Oggi cominciamo a parlare delle possibilità che l’ozonoterapia offre in due ambiti molto richiesti dai pazienti: la medicina estetica e la dermatologia.

In medicina estetica le due maggiori richieste riguardano:

Il trattamento della cellulite ( lipodistrofia )

Il trattamente anti-aging del viso, collo e decolletè

Le cause scatenanti la cellulite possono essere molte, alcune basate su motivi predisponenti come ad esempio patologie del sistema ormonale ( dette disendocrinie ), un’alimentazione scorretta ( frequentissima! ), un’alterazione del microbiota intestinale che esita in stipsi ( la stitichezza è di per sé causa di auto inquinamento… ), il fumo ed una certa predisposizione eredo-familiare.

Altre cause invece possono essere trovate nella sedentarietà e/o alterazioni della postura ( anche, semplicemente, stare seduti molte ore in modo errato ) e naturalmente quando sono presenti patologie ( molto spesso presenti in altre donne della famiglia ) del circolo venoso e/o linfatico.

Le alterazioni del microcircolo venoso e linfatico causano inizialmente uno stato edematoso che poi diventa fibroso sino ad arrivare allo stadio definito scleronodulare.

Questa è la contemporanea presenza di due stadi: edematoso e fibroso.

Mentre in questa immagine abbiamo la contemporanea presenza dei tre stadi sopracitati.

Ma come agisce l’ozonoterapia sulla cellulite?

Come già più volte scritto in articoli precedenti, la riattivazione del microcircolo ( in questo caso sia venoso che linfatico ) aumenta l’ossigenazione dei tessuti favorendo il riassorbimento dell’edema ed in più, la peculiarità della miscela O3-O2 è quella di poter causare la scissione degli acidi grassi a catena lunga che poi verranno eliminati con le urine.

Le sedute ( due a settimana ) vengono effettuate iniettando la miscela gassosa con un singolo ago monouso di diametro piccolissimo e, mediamente, vanno calcolate tra le 10 e le 20 sedute.

In contemporanea è anche possibile il trattamento dei piccoli capillari ( chiamati teleangectasie ) esteticamente sgradevoli ( e che sono di per sé già sintomatici di una situazione venosa già compromessa ). C’è la tecnica della infiltrazione intravasale ( dentro al piccolo capillare ) che quelle extravasale, che migliorando l’ossigenazione dei tessuti migliora anche la struttura del capillare.

L’altro trattamento estetico richiesto è quello del ringiovanimento ( anti-aging ) del viso, collo e decolletè. In alcuni casi selezionati si può anche utilizzare la miscela di ozono ed ossigeno unita ai concentrati piastrinici ( PRF ) di cui abbiamo in precedenza accennato.

Il meccanismo d’azione è uguale a quella del trattamento della cellulite: riossigeniamo un tessuto che, con il passare degli anni, ha perso elasticità e tonicità, l’ozono stimola la produzione del collagene endogeno con un susseguente aumento del trofismo delle zone trattate.

Anche in questo caso si utilizza un sottilissimo ago monouso, e molte volte si precede la seduta con l’utilizzo di una pomata anestetica per offrire il maggior comfort possibile alla paziente ( ma anche gli uomini lo chiedono…. ).

Il numero delle sedute, variando in numerose fasce di età, è mediamente inferiore a quanto richiesto per la cellulite.

Passiamo ora alla seconda parte, cioè l’utilizzo dell’ozonoterapia in dermatologia.

La patologia per la quale si hanno le maggiori richieste è la diffusissima acne, stato infiammatorio sostenuto da batteri che interessa il bulbo pilifero e la ghiandola sebacea.

Avendo una indiscutibile azione antibatterica, è ovvio che l’ozono si pone come un vero farmaco contro il fattore scatenante, il Propionibacterium acnes.

Questo batterio ( normale ospite della cute ) predilige un ambiente senza ossigeno ( anaerobio ) in associazione ad abbondanti secrezioni sebacee e quindi è facilmente intuibile come l’ozonoterapia possa danneggiarlo. I ben noti “ punti neri “ ( definiti comedoni ) impediscono il corretto smaltimento delle secrezioni . Si innesca quindi una catena di eventi biochimici in grado di aggravare la situazione ( viene prodotta una lipasi extracellulare che idrolizza i trigliceridi contenuti nelle secrezioni sebacee trasformandoli in glicerolo ed acidi grassi ed in più favorisce l’incremento di altre specie batteriche
tra le quali la più diffusa è lo Stapylococcus epidermidis .

Il risultato finale di questa catena di eventi porta al quadro clinico tipico dell’acne con la presenza, anche contemporanea, dei noduli, delle papule e delle pustole.

Stiamo trattando un caso dermatologico ma è importantissimo sottolineare anche l’aspetto estetico e quello psicologico che non possono essere certamente trascurati.

Sempre rimanendo in campo dermatologico, abbiamo il trattamento degli esiti cicatriziali e l’onicomicosi, anch’essa avvantaggiata dalle capacità antimicotiche della nostra portentosa miscela di ozono ed ossigeno.