Concentrati Piastrinici
Il trattamento che prevede l’utilizzo dei concentrati piastrinici viene utilizzato al fine di aumentare la rigenerazione ossea sia intorno a degli impianti che non potrebbero essere utilizzati con il poco osso a disposizione del paziente oppure per rigenerare intere zone completamente edentule in vista di un futuro intervento di implantologia
I cosiddetti concentrati piastrinici (detti anche PRP) derivano da un prelievo di sangue dal quale attraverso centrifugazione programmata verrà ricavata una quantità di piastrine ad una concentrazione molto più elevata di quella fisiologica.
Questa tecnica chiamata iPRF oppure aPRF risulta fondamentale poiché stimola, attraverso l’utilizzo delle piastrine e dei fattori di crescita, la guarigione ed il rinnovamento tissutale.
Nel nostro studio abbiamo cominciato già dagli inizi ad utilizzare questa tecnica perché avevamo capito che si sarebbe aperta una nuova strada per la chirurgia ricostruttiva dell’osso che è quella che garantisce rialzi ossei là dove una volta ci si doveva accontentare di una semplice protesi mobile.
Nella nostra comune pratica chirurgica il trattamento che prevede l’utilizzo dei concentrati piastrinici viene utilizzato al fine di aumentare la rigenerazione ossea sia intorno a degli impianti che non potrebbero essere utilizzati con il poco osso a disposizione del paziente oppure per rigenerare intere zone completamente edentule in vista di un futuro intervento di implantologia.
La tecnica prevede un prelievo di sangue che viene posto poi il provette monouso da personale debitamente addestrato all’utilizzo di questa tecnica.
Attraverso un particolare medical device il sangue viene processato arrivando così alla separazione del plasma all’interno del quale abbiamo un altissimo contenuto di fattori di crescita piastrinici.
Arrivati a questo punto il plasma così elaborato viene posizionato, dopo aver subito ancora un trattamento che lo ha reso atto alla posizione che dovrà assumere, all’interno del sito anatomico chirurgico e il trattamento agirà quindi promuovendo la stimolazione di nuovi osteoblasti.
Trattandosi di un prelievo autologo vale a dire prelevato dal soggetto che si sottopone al trattamento, questa tecnica è in maniera assoluta e sicura la migliore utilizzabile poiché le procedure di sterilità abbattono il rischio di infezioni ed abbiamo anche un minor dolore poiché nel plasma del paziente sono contenute delle sostanze antalgiche.
Assistiamo così alla guarigione della ferita e alla ricrescita di un nuovo tessuto osseo in maniera esponenzialmente più veloce.
L’utilizzo dei concentrati piastrinici così come precedentemente illustrato all’interno dell’attività sia odontoiatrica che medica, è consentito esclusivamente ai medici che sono autorizzati dall’ente trasfusionale di riferimento al fine di garantire l’utilizzo di strumentazione approvata e certificata CE in conformità della direttiva dei prodotti sanitari 93/42 EEC e aggiornata con la direttiva 2007/47.
Nella fattispecie il nostro studio è legalmente autorizzato con provvedimento RGN numero 1379 del 21-10-2016 struttura complessa Affari Costituzionali, legali, comunicazione, anticorruzione e trasparenza ASL di Novara direttore dottor Camisasca, mentre il corso di specializzazione del dottor de Gasperis è stato tenuto presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Città della Salute e della scienza di Torino presidio ospedaliero delle Molinette in data 27 ottobre 2015.
Da ciò si evince che solamente i medici autorizzati dall’ente trasfusionale di riferimento sono gli unici in grado di sottoporre i propri pazienti a trattamenti utilizzando concentrati piastrinici.
Per il paziente quindi è importantissimo informarsi che sia il centro che il medico presso il quale ci si vuole affidare sia in possesso di tali certificazioni e convenzioni che sono obbligatorie per legge.
Che cosa è importante sapere per il paziente
Per prima cosa va consultato un medico esperto ed abilitato.
Come tutte le metodiche chirurgiche è ovvio che si pretenda da parte del medico una precisa tecnica di esecuzione.
Il paziente deve sempre richiedere informazioni adeguate ed il medico ha il dovere di informare in maniera capillare il proprio paziente sulla metodica, così come in tutte le terapie in generale, al fine di verificare se ci siano delle possibili controindicazioni come ad esempio alcune emopatie o malattie sistemiche o immunodeficienze oppure infezioni in corso.
Nella terapia antalgica di articolazioni tendini e legamenti il medico consiglierà sempre un riposo di qualche giorno con l’apposizione locale di ghiaccio.
Va precisato al paziente che il risultato non è immediato in quanto viene innescato un fisiologico processo di guarigione tissutale che ovviamente richiede del tempo anche se però è possibile assistere ad una riduzione del dolore già da poche ore dopo il primo trattamento.
Prenota una visita
Chiamando la segreteria allo 0322-82124 oppure il 348-4454078 (Cristina).
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