La Medicina, per come la intendo io, non è solo un freddo scambio di ricette e prescrizioni ma è, e deve essere, un potentissimo scambio energetico e umano.

Voglio raccontare la storia di lui, il mio tutor quando, giovanissimo studente universitario, cominciai in anticipo il mio tirocinio ospedaliero. Lui non mi trattava mai dall’alto in basso, sorrideva, faceva battute e soprattutto non dovevo “ rubare il mestiere “ ma era lui che spontaneamente mi prendeva per mano conducendomi nei difficoltosi meandri dell’Arte Medica. Grande Medico, mi spiegò talmente bene i meccanismi della patologia diabetica  (era ed è un grande endocrinologo e andrologo) che all’esame di Clinica Medica feci un figurone, parlando con i docenti come fossi uno di loro.
Mi ricordo ancora quando glielo dissi e lui mi guardò con il suo sguardo sornione, lasciandosi cadere l’ennesima cenere di sigaretta che teneva sempre dalla parte sinistra per cui il camice dopo due giorni aveva un alone grigio

Passarono gli anni, arrivò per me anche la laurea, le prime sostituzioni a colleghi di base e poi mi lanciai nella libera professione che continuo ancora oggi con grande soddisfazione.
Ma nel tempo, quando casualmente incrociavo lui, erano sempre risate, battute gioviali, un po’ di innocente gossip ospedaliero, una pacca sulla spalla e un “arrivederci a presto“.

Pochi anni fa, tre, massimo quattro, lo incontro mentre avvolto nei miei pensieri camminavo veloce, mi rivedo davanti un lui con la faccia stanca, quasi emaciata, lo sguardo che aveva perso quel lampo vitale ed arguto che conoscevo.
“Come stai?“ e lì iniziò a raccontarmi delle sue disavventure di salute e delle sue delusioni sul lavoro, ove non piegandosi alle logiche di potere si era visto tagliare le superbe ali da aquila reale.

Comincia a raccontarmi della sua nefroangiosclerosi che è un’alterazione patologica del rene caratterizzata da una sclerosi (un indurimento), ovvero dalla sostituzione di zone più o meno estese di tessuto renale da parte di tessuto connettivo, che si manifesta in conseguenza di alterazioni dei vasi propri dell’organo, e della sua paura venata di terrore di finire la vita in dialisi.
Ricordo ancora benissimo quei momenti, mi racconta di avere la creatinina a 3,97.

La creatinina è una sostanza che deriva dalla creatina. Viene liberata nel sangue a seguito di lavoro muscolare o di un danno muscolare e il suo valore è un indicatore del funzionamento della filtrazione renale. La creatinina viene prodotta in maniera costante dall’organismo, ma diete ricche di proteine e carne e intenso esercizio fisico possono sovraccaricare il lavoro del rene e aumentare i valori della creatinina. Il suo valore normale si aggira tra 0,8 e 1,2 mg/dl.

Poi mi elenca i valori della funzionalità renale e il suo volto si trasfigura ancor di più quando mi dice : ”Tanto sono destinato a morire in dialisi“.
“Ma senti un po’, perché non ti vieni a fare un po’ di ozonoterapia, così ossigeniamo tutti quei tessuti in sofferenza da anni? “
Mi guarda quasi spiritato, come tantissimi colleghi non conosce questa pratica che risale a più di un secolo fa. Gli spiego il meccanismo d’azione dell’ozono quando entra in circolo e il suo sguardo si fa sempre più vigile ed interessato, quasi vedesse un tenue barlume di luce nel buio pesto dell’incubo.

Da lì a prendere il primo di una lunghissima serie di appuntamenti è un attimo, il suo caso è stato anche pubblicato nello studio che ho personalmente condotto su miei pazienti, riguardante la terapia con l’ozono e lo stress ossidativo.
Ci siamo fatti una reciproca promessa: ogni settimana doveva ripetere il dosaggio della creatinina per valutare l’efficienza della terapia e io attendevo quel giorno con il cuore in gola, come se decenni di professione non fossero mai passati.

Quel valore cominciò lentamente ma inesorabilmente ad abbassarsi, il colore della sua pelle da grigiastro cominciò a diventare roseo e la creatinina intanto si abbassava, si abbassava.

Lui è uomo di grande cultura, anche extra medica, e nelle nostre sedute bisettimanali era, ed è, bello parlare di storia, quella vera, di medicina, anche, di tutti i viaggi che ha fatto in giro per il mondo e che racconta con dovizia di particolari.

I pazienti che fanno ozono si contendono gli orari vicino al suo per il piacere di chiacchierare con un uomo così. Una soddisfazione che non riesco a descrivere è quando una paziente oncologica gli ha chiesto un consulto endocrinologico per la figlia e lui ha visitato la paziente nel mio studio.

La creatinina si è abbassata sino ad arrivare ad 1,35 mg/dl. Certo non è guarito, ovviamente, ma la nefrologa che lo segue lo ha declassato da classe 4 a classe 3. Quando si è a 5 o si è terminali o si entra nel tunnel senza fine della dialisi.
Questa è solo una piccola testimonianza medica ma per me ha un valore immenso dal punto di vista umano e volevo condividerla con tutti voi che avete la pazienza di leggere e seguire i miei post.

Grazie a voi e soprattutto grazie a lui per ciò che mi ha dato e mi da ogni volta.