Parliamo oggi delle verdure fermentate in modo naturale e senza subire un processo di pastorizzazione e sterilizzazione come quelle che compriamo al supermercato.

 

Da centinaia di anni l’uomo utilizza la fermentazione per la produzione e la conservazione di numerosi cibi differenti tra loro a secondo delle differenti aree della terra.

Dobbiamo considerare le verdure fermentate come dei veri e propri probiotici che migliorano e modificano il nostro microbiota intestinale e quindi combattono la diffusissima disbiosi intestinale, migliorano la digestione e possono essere di aiuto in patologie come la sindrome del colon irritabile, aumentano la potenzialità del sistema immunitario poiché la grande maggioranza delle nostre difese intestinali ha sede nell’intestino come già aveva preconizzato la dottoressa Kousmine poco meno di un secolo fa.

 

Inoltre i cibi fermentati aumentano la biodisponibilità vitaminica e di altri nutrienti naturalmente presenti nelle verdure. E’ stato provato che i cibi fermentati migliorano il tono dell’umore poiché numerose ricerche hanno evidenziato che il nostro stato emozionale è influenzato dalla corretta composizione del microbiota intestinale.

Per trazione modale quindi dobbiamo considerare le verdure fermentate come un aiuto per combattere le infezioni.

 

Le verdure vengono fermentate in modo naturale e non devono essere pastorizzate poiché il processo di pastorizzazione andrebbe a distruggere completamente la flora batterica buona che si è formata e che noi andiamo ad ingerire.

Qui sotto riporto il link per uno studio che è stato pubblicato nel 2015 su Psychiatry Research che dimostra che il consumo di verdure fermentate come ad esempio i crauti, i porri, i peperoni, le barbabietole,le carote, il sedano ed altri ancora sia in grado di alleviare i disturbi causati da nevrosi ed ansia:

 

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25998000

 

I ricercatori e gli scienziati sanno oramai che all’interno del nostro sistema gastroenterico abbiamo quello che viene chiamato oggi secondo cervello ricco di cellule nervose e neurotrasmettitori che ha una comunicazione bidirezionale il nostro cervello. Ad esempio la serotonina che è responsabile del nostro tono dell’umore viene prodotta esattamente nell’intestino ( nella percentuale più alta )  e quindi è facilmente intuibile che una scarsa quantità di salute intestinale coinciderà con una sindrome depressiva.

 

Facendo ricerche su PubMed vediamo che sono sempre più numerosi studi fatti in tutto il mondo che confermano quanto circa 80 anni fa disse la dottoressa Kousmine e che cioè l’enorme numero i batteri che vivono nel nostro intestino sono in grado di influenzare le nostre emozioni, la nostra capacità percettiva e quindi i nostri pensieri.

Questi batteri tra i quali ricordiamo il Lactobacillus Rhamnosus, sono in grado di aumentare i livelli di un noto neurotrasmettitore chiamato GABA la cui azione viene simulata da molti farmaci deputati a combattere l’ansia.

 

 

 

 

 

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