L’ernia del disco è una delle patologie più diffuse al mondo, molto dolorosa e invalidante, con grandi ricadute anche socio-lavorative. Tende a diventare cronica piuttosto che andare incontro a guarigione spontanea.
Le lesioni del disco intervertebrale si possono distinguere in tre fasi:
· Bulging: il disco intervertebrale è lievemente deformato ma non rotto
· Protrusione discale: si presenta quando il disco si deforma nella parte più esterna ma ancora senza rotture. Può essere ugualmente molto dolorosa.
· Ernia discale: si ha questo fenomeno quando la parte più esterna del disco (detto anello fibroso) si rompe facendo fuoriuscire il cosiddetto nucleo polposo, cioè la parte più interna e gelatinosa del disco.
È chiaramente comprensibile che questi tre stadi vanno in successione, soprattutto se nel momento di una diagnosi di protrusione non si adottano stili di vita e posturali diversi. Non è possibile prevedere l’evoluzione da uno stadio all’altro.
La casistica vede al primo posto le ernie lombari seguite da quelle cervicali e poi quelle toraciche (dette dorsali).
La rottura del disco innesca a catena la produzione di mediatori chimici dell’infiammazione che, anche in assenza di un contatto diretto con la radice nervosa, sono in grado di provocare una seria sintomatologia dolorosa.
Il dolore parte dalla radice nervosa alla sua fuoriuscita dalla colonna vertebrale e si può estendere a tutto il territorio innervato dal nervo interessato. I mediatori chimici dell’infiammazione sono i primi “ colpevoli “ della sintomatologia dolorosa, senza di essi la sola compressione del nervo darebbe la sensazione di una scossa elettrica lungo il suo tragitto. L’unione delle due ovviamente acuisce il dolore.
L’ozonoterapia si è dimostrata un’efficace antagonista di questa patologia grazie alla sua azione fortemente antinfiammatoria, antidolorifica e antiedemigena (i tessuti infiammati si “gonfiano“ aumentando la compressione).
La miscela di ozono e ossigeno che viene iniettata promuove l’eliminazione dei mediatori dell’infiammazione e quindi del dolore.
La tecnica più utilizzata è quella della infiltrazione paravertebrale che, se eseguita da mani esperte, è priva di rischi e non ha controindicazioni né effetti collaterali. Importantissima la manualità dell’operatore.
È sempre importante cercare la causa della patologia erniaria (solitamente posturale) e avvertire il paziente che, una volta passato il dolore acuto, dovrà adottare misure atte a prevenire una recidiva (ginnastica specifica, bite, ecc. )
Il numero delle sedute, secondo le linee guida più diffuse, si aggira intorno ai dieci appuntamenti, con ovvie variazioni da paziente a paziente