Cancro al seno: il microbiota del tessuto della mammella potrebbe essere determinante in alcuni casi

L’argomento di cui trattiamo oggi è frutto di uno studio interattivo tra la fondazione Policlinico Universitario gemelli Università Cattolica e l’Università della Tuscia, è stato pubblicato sulla nota rivista Scientific reports e nei tempi futuri darebbe la speranza di condurci a nuovi test per stimare il rischio individuale di contrarre questa patologia.

Grazie a questo studio si è evidenziato che anche la composizione del microbiota che si trova nel tessuto della mammella potrebbe avere un ruolo determinante per predisporre alcune donne al tumore del seno. Questo ovviamente potrebbe in futuro portare alla messa a punto di un test facilmente fruibile dalle donne per evitare questo rischio.

Oncobiotica e disbiosi

Questo studio è stato condotto in una ricerca coordinata dal professor Riccardo Masetti e dal professor Nicolò Merendino con la collaborazione della ricercatrice Lara Costantini e del dottor Stefano Magno.
Lo studio entra a pieno diritto in un nuovo filone di ricerca in ambito oncologico che è stato ribattezzato oncobiotica. L’oncobiotica è un campo estremamente innovativo che ha dimostrato la potenza del ruolo delle disfunzioni della flora batterica intestinale, così come venne affermato dalla dottoressa Kousmine nella metà del secolo scorso, nell’insorgere di numerose patologie non prevalentemente del tratto digerente ma riguardanti anche altri organi.

L’idea emergente è che la cosiddetta disbiosi (che è un’alterata composizione delle varie popolazioni batteriche non più rappresentate all’interno del microbiota intestinale) sia in grado di condizionare non solamente l’intestino ma anche tutto l’organismo attraverso una iperattivazione del sistema immunitario. Per correttezza scientifica bisogna riconoscere che questi nuovi studi riprendono pari pari le parole che la dottoressa Kousmine affermò inascoltata già nella metà del secolo scorso.

lI dottor Magno afferma che l’intestino pare essere collegato in via diretta alla ghiandola mammaria attraverso un asse che è ancora in fase di studio e che potrebbe essere alla base di una correlazione tra li
microbiota intestinale e quello della mammella. Ovviamente quando parliamo di microbiota della mammella non intendiamo il microbiota della cute bensì della parte ghiandolare.

lI ricercatore ha anche affermato che questo dato sarebbe sufficiente a spiegare una correlazione già nota tra almeno il 40% di patologie oncologiche mammarie, la sedentarietà ed una alimentazione non corretta.
Nello studio in questione è emerso che tra li tessuto sano ed li tessuto oncologico di ogni singola paziente non sembrano esserci significative differenze tra le popolazioni microbiche, il che potrebbe orientare gli studiosi verso il fatto che la trasformazione oncologica non modifichi li profilo microbico ma che al contrario sia il microbiota ha predisporre la trasformazione neoplastica.

I ricercatori hanno affermato che li prossimo step sarà lo studio dell’asse intestino-tessuto mammario al fine di comprendere la sua struttura, il suo ruolo biologico e accertare se vi è corrispondenza tra una disbiosi intestinale e quella della ghiandola mammaria. Ovviamente è facile intendere come l’importanza clinica di questa osservazione porti alla considerazione che entrambe le condizioni disbiotiche sarebbero correggibili con uno stile di vita adeguato e la corretta eubiosi intestinale come siamo abituati oramai a fare da anni con pazienti che lamentano questo problema.

Ad ulteriore conferma ci quanto scritto sopra, un altro importantissimo lavoro scientifico Bacterial community composition in breast cancer subtipes  è stato presentato all’ultimo congresso ASCO, American Society Clinical Oncology, a firma dei ricercatori nordamericani di Ucla, Los Angeles.
Sono stati presi in esame la forma triplo negativo ((ER, PR-, HER2-), a tutt’oggi con prognosi spesso sfavorevole, e li sottotipo Luminal A (ER+, PR+, Ki67<20, HER2-), caratterizzato da una prognosi invece favorevole. Lo studio si è focalizzato sui cambiamenti nella diversità del microbioma mammario. I sottotipo Luminal-A e li triplo negativo potrebbero avere delle differenze sia nella composizione della comunità batterica, sia per quanto riguarda il genoma. I risultati? Luminal-A presentava una maggiore diversità di specie e abbondanza di Sphingomonadaceae, che sono associate a tessuto mammario sano e migliori risultati clinici, mentre il tumore del seno triplo negativo presentava una minore diversità di specie e abbondanza di Pseudomonas e Neisseriaceae, che sono state associate alla sopravvivenza del tumore e alla crescita cellulare.

Foto di Victoria Strukovskaya su Unsplash