Come primo articolo di questo nuovo blog mi pare giusto dare lo spazio alla prima e più importante pratica del Metodo Kousmine: il digiuno che, come vedremo in seguito, è ora definito “periodo a forte limitazione energetica “.

Ma andremo passo a passo, seguendo insieme l’evoluzione ed il cammino che questa pratica ha avuto negli anni.

E non potevo ovviamente che iniziare dal cosiddetto digiuno poiché, sull’onda delle passate edizioni della settimana detox ( www.settimanadetox.it ) moltissime persone mi hanno contattato per avere approfondimenti in merito.

Cominciamo insieme questo bellissimo viaggio che ci porterà alla prossima edizione della settimana di disintossicazione psico-fisica.

Ringrazio sin da ora tutte le persone che mi seguiranno ed interagiranno con i miei articoli.

“Quelli che s’innamorano di pratica senza scienza, son come il nocchiere ch’entra in un naviglio senza timonier o bussola, che mai ha la certezza dove si vada. Sempre la pratica dev’essere edificata sopra una buona teoria “ ( Leonardo da Vinci ).

Da qui, articolo dopo articolo, vedremo su cosa si basa, scientificamente, questa meravigliosa pratica di depurazione.

“I processi vitali del nostro organismo accadono solo se il Ph è stabile e leggermente alcalino. Se
il Ph dell’organismo è costantemente su valori acidi significa che il sistema di interazioni dell’organismo è insufficiente e che esso soffre di un accumulo di tossine acide o di una perdita di sostanze basiche quali il sodio ed il calcio”. ( C. Kousmine )

Nella nostra era iper tecnologica, tra iPAD e cellulari di ultima generazione, TV digitali e fast food, biotecnologie applicate anche alla medicina, in una società del “tutto e subito“, dell’edonismo e del divertimento senza sacrifici, la parola “digiuno“ può certamente apparire ai più come una punizione od un eccesso di rigidità terapeutica.

Invece, fortunatamente, la ricerca scientifica ci rende ogni giorno consapevoli di una verità innegabile: così come il ciclo di Krebs è la dinamica della rigenerazione energetica, così il digiuno può concorrere a stimolare questo rinnovamento.

Il digiuno non può semplicisticamente essere visto come una semplice stimolazione emuntoriale ma va vissuto e fatto vivere ai nostri pazienti come un eccezionale mezzo per riappropriarci della nostra esistenza, della nosta Vita, della nostra salute ed anche delle nostre emozioni.

Infatti l’osservazione che abbiamo fatto nello svolgimento delle passate edizioni della settimana detox è che nella settimana passata in gruppo, il nostro corpo si ciba delle riserve immagazzinate nei depositi mentre la nostra anima si nutre soprattutto della relazione con il Sè e con gli altri partecipanti: risulta quindi ovvio che la presenza del gruppo non ha funzione di mero di sostegno e condivisione ma è fondamentale nell’offerta e ricezione di “cibo“ affettivo ed emozionale.

Infatti, a fianco di uno staff medico con analisi fatte in sede ogni giorno per stabilire la pressione arteriosa, lo stress ossidativo, il potenziale antiossidante, la saturazione periferica dell’ossigeno, il peso corporeo e la glicemia ( oltre ad un elettrocardiogramma iniziale ) abbiamo una emozional coach.

E perché la presenza di una figura professionale così la consideriamo fondamentale?

Semplicemente perché, dando al termine “emozione“ il suo vero significato etimologico di “ex-movere”, quindi “muovere verso l’esterno“, l’emotional coach accompagna il fluire fisiologico delle emozioni dei singoli e del gruppo che diviene, giorno dopo giorno come un fiume che scorre libero e sicuro per la vicinanza degli altri.

Propedeutica al digiuno terapeutico

Il digiuno configura un momento importante di “riappropriazione” del nostro essere , di riscoperta dei suoi bioritmi completamente dimenticati e stravolti dal nostro vivere quotidiano irrispettoso dei ritmi che sono connaturati alle forze della Natura.

Pratica antichissima già da millenni, veniva eseguito per atti purificatori, religiosi od ai fini terapeutici.

Riscoperto e valorizzato nel ‘900 grazie alla dottoressa Kousmine ed alla scuola americana di Shelton mentre il mondo medico-scientifico ufficiale lo avversavo o lo relegava a ruolo marginale come pratica alternativa.

Così come Mahatma Gandhi diceva che “qualunque sciocco sa fare un digiuno, solo il saggio sa cosa fare dopo“ altrettanto noi dobbiamo considerare che il digiuno come singola iniziativa terapeutica è destinato a fallire od a dare risultati infinitamente minori se non seguito da accurato periodo di eliminazione tossinica e soprattutto da una alimentazione corretta.

Si utilizzano tre tipologie di digiuno per raggiungere il peso desiderato:

✅ digiuno terapeutico di 7 giorni

✅ digiuno periodico ( 1-2 giorni la settimana) finalizzato a non riprendere il peso perduto

✅ digiuno intermittente come nel Ramadan

Il digiuno terapeutico va considerato come l’incipit di uno stile di vita più sano.

Il digiuno periodico veniva prescritto dalla Kousmine per un giorno a settimana, sopratutto nei casi di stanchezza cronica, ipofunzione immunitaria, obesità oppure in presenza di alterati valori metabolici considerati fattori di rischio come il quadro lipidico, la glicemia e l’omocisteina.

E dopo una doverosa introduzione alla propedeutica del digiuno, passiamo ora alla seconda parte:

✔ Perché farlo

✔ Quando

✔ Come

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