Riprendiamo, come avevamo detto precedentemente (clicca qui per leggere l’articolo), con la trattazione del
Digiuno di media durata.
• Dura da poco più di 24 ore sino a 24 giorni ( nella settimana detox sono 7 giorni )
• Intensa gluconeogenesi ( un composto non glucidico viene trasformato in glucosio )
• Aumenta l’utilizzo di proteine endogene
• Aumento della produzione di corpi chetonici ( minore se si assumono estratti di frutta e verdura )
• Con il progredire dei giorni la chetogenesi diventa l’unica fonte energetica
• L’elevata chetonemia viene compensata dall’eliminazione di scorie a livello renale
• Aumenta la necessitò di H2O
• La glicemia è normale
• La normoglicemia è indice dell’adattamento tissutale ad un ridotto consumo di glucosio
• Il ridotto utilizzo di glucosio è conseguenza della diminuita increzione di insulina
Digiuno di lunga durata
• Tra i 25 ed i 30 giorni l’adinamia è sempre più marcata a causa della perdita progressiva di proteine miofibrillari
• Il 50% di perdita è incompatibile con la vita
• La durata di questa tipologia di digiuno è proporzionale alla quantità di tessuto adiposo per la maggior quantità di corpi chetonici prodotti
• Il massimo consumo è a livello di tessuto adiposo( 93% )
• Muscolatura ( 44% )
• Cute – reni – polmoni ( 22% )
• Tessuto osseo ( 17% )
• Tessuto nervoso ( 1-2% )
In questo studio (PNAS 2014111 (47): 16647-16653 Nutrition Journal 2011, 10:107 ) gli autori sostengono che il nostro stile alimentare, basato su 3 pasti giornalieri (con eventuali e frequenti aggiunte di fuori pasto, apericena ecc…) non sarebbe coerente in chiave evoluzionistica, perché quando eravamo cacciatori- cercatori-raccoglitori il nostro metabolismo obbligatoriamente doveva resistere a periodi di digiuno prolungato ( anche giorni e giorni ) dato dalle difficoltà legate alla caccia, agli spostamenti, ai pericoli di altri predatori ed al meteo.
Direi che si può tranquillamente sostenere che il digiuno è connaturato con l’essere umano.