Le prove della capacità del Cannabidiolo (CBD) di trattare varie forme di epilessia infantile sono in aumento da tempo, ma le autorità sanitarie rimangono riluttanti a prescrivere prodotti a base di cannabis a chi ne ha più bisogno.

Un piccolo numero di casi di alto profilo hanno attirato l’attenzione dei media, portando a una protesta pubblica e a concedere ad alcuni bambini l’accesso a farmaci salvavita. Tuttavia, molti medici continuano a sostenere che i prodotti a base di cannabis non dovrebbero essere usati finché non si capisce meglio come funzionano.
A tal fine, sono in corso ricerche per cercare di scoprire esattamente come il CBD e altri cannabinoidi prevengono le convulsioni nei bambini affetti da epilessia. L’ultimo mese ha visto la pubblicazione di diversi nuovi studi che fanno avanzare in modo significativo la nostra comprensione di come la cannabis produce questi effetti, rafforzando il caso dell’uso della marijuana medica per il trattamento delle crisi epilettiche.

Il CBD previene le convulsioni
Un case report uscito questo mese sul Journal of Neurosciences in Rural Practice descrive l’incredibile recupero di un bambino di nove anni con una grave forma di epilessia chiamata Sindrome di Lennox-Gastaut. Avendo precedentemente fallito nel rispondere ai farmaci convenzionali per l’epilessia, è diventato privo di crisi epilettiche grazie a una dose giornaliera di 350 milligrammi di CBD[i].
Inoltre, quando i ricercatori hanno usato l’elettroencefalografia per misurare i modelli di attività cerebrale di fondo del bambino, hanno scoperto che si erano stabilizzati in modo significativo, e hanno cominciato ad assomigliare a quelli di un bambino non epilettico.

Questo studio è ben lungi dall’essere il primo a riportare la sorprendente capacità del CBD di eliminare le convulsioni. Un articolo del 2016 sulla rivista Frontiers in Pharmacology ha descritto il recupero di una bambina di dieci anni con epilessia refrattaria e di un bambino di sette anni con una forma grave di epilessia chiamata Sindrome di Dravet. Entrambi hanno visto una massiccia riduzione delle crisi epilettiche poco dopo l’inizio del trattamento con un estratto di cannabis contenente il 4% di THC e il 90% di CBD[ii].

Tuttavia, quando i bambini hanno cominciato a sperimentare effetti collaterali, tra cui atassia e occhi rossi, i medici li hanno cambiati entrambi con un estratto di CBD puro. Nel giro di tre settimane, entrambi i bambini erano completamente liberi da crisi epilettiche, e lo sono rimasti quando i ricercatori li hanno controllati un anno dopo.

Come funziona il CBD?
Anche se non c’è dubbio che il CBD sia un trattamento efficace per molti tipi di epilessia, il fatto che interagisca con tanti sistemi di neurotrasmettitori diversi rende molto difficile individuare l’esatto meccanismo alla base della sua azione antiepilettica.

Per esempio, il CBD è noto per interagire con un recettore chiamato recettore 55 accoppiato alla proteina G (GPR55), che ha dimostrato di svolgere un ruolo nella Sindrome di Dravet nei topi[iii]. Ricerche separate hanno indicato che il CBD aiuta a calmare l’attività cerebrale legandosi ai recettori degli oppioidi[iv], mentre è stato anche ipotizzato che le proprietà antinfiammatorie del CBD possano aiutare a trattare l’epilessia.
Indipendentemente da quali siano i recettori coinvolti, le ultime ricerche dipingono un quadro abbastanza chiaro sull’effetto del CBD sull’attività cerebrale. Oltre al già citato caso di studio, un articolo separato nell’ultima edizione della rivista Epilepsy and Behavior ha trovato che il CBD normalizza completamente la connettività funzionale a riposo (un termine di fantasia per l’attività cerebrale) nei bambini epilettici[v].

I ricercatori hanno iniziato con la scansione del cervello di 22 bambini affetti da epilessia resistente al trattamento e hanno scoperto che i modelli di connettività variavano molto dai controlli sani. In particolare, l’attività in regioni cerebrali chiave come il cervelletto è stata notevolmente alterata in coloro che soffrivano di crisi epilettiche regolari.
Secondo gli autori dello studio, la connettività insolita nel cervelletto è fortemente associata con l’epilessia resistente al trattamento. Tuttavia, dopo un ciclo di tre mesi di trattamento con CBD, la connettività funzionale a riposo nel cervelletto e in altre aree cerebrali chiave era diventata completamente normale in tutti i partecipanti, al punto che non differisce affatto da quella dei bambini non epilettici.

Questa normalizzazione dell’attività cerebrale è stata accompagnata da una significativa diminuzione della frequenza e della gravità delle crisi. In media, i bambini coinvolti nello studio hanno avuto il 72% in meno di crisi epilettiche durante l’uso della CBD. Dato che circa un terzo di tutte le persone affette da epilessia non risponde ai trattamenti attuali, una maggiore ricerca sull’efficacia della cannabis per trattare questa condizione debilitante non può arrivare abbastanza presto.

[i] Prakash V. Effetto dei cannabinoidi sull’elettroencefalografia di un bambino con la sindrome di Lennox-Gastaut. Giornale di Neuroscienze nella pratica rurale. 11 agosto 2020

[ii] Crippa JA, Crippa A, Hallak JE, Martín-Santos R, Zuardi AW. Δ9-THC intossicazione da estratto di cannabis arricchito di cannabidiolo in due bambini con epilessia refrattaria: remissione completa dopo il passaggio al cannabidiolo purificato. Frontiere in Farmacologia. 30 settembre 2016

[iii]Senn L, Cannazza G, Biagini G. Recettori e canali possibili per mediare gli effetti dei fitocannabinoidi sulle crisi epilettiche e sull’epilessia. Prodotti farmaceutici. 13 agosto 2020

[iv] Rodríguez-Muñoz M, Onetti Y, Cortés-Montero E, Garzón J, Sánchez-Blázquez P. Cannabidiolo migliora l’antinocicefazione della morfina, diminuisce le crisi mediate da NMDA e riduce i danni da ictus attraverso il recettore sigma 1. Cervello molecolare. 11 dicembre 2018

[v] Nenert R, Allendorfer JB, Bebin EM, Gaston TE, Grayson LE, Houston JT, Szaflarski JP. Il cannabidiolo normalizza la connettività funzionale a riposo in epilessia resistente al trattamento. Epilessia e comportamento. 1 novembre 2020